LE USCA: unità speciali di continuità assistenziale

Questa la mia personale esperienza (negativa), ma c’è anche quella positiva di medici di base che lavorano ininterrottamente, che durante la cosi detta “prima ondata” hanno visitato i propri pazienti, li hanno assistiti ed in molti casi gli hanno salvato la vita. A questi medici va la mia gratitudine e la mia stima, consapevole del fatto che tutto è dipeso da loro, perché le istituzioni li hanno abbandonati, perché non hanno fornito loro alcun presidio per proteggersi, nessun protocollo. Non possiamo lasciare che la nostra salute dipenda dalla buona volontà dei singoli, la nostra salute dovrebbe essere garantita dalle istituzioni perché cosi è sancito nella nostra Costituzione.
“Buonasera,
È una settimana che sto cercando di reperire sul territorio un geriatra per i miei suoceri (rispettivamente 86 e 87 anni) con quadro clinico non definito (demenza/ Alzheimer) entrambi.
Nel nonno la situazione è peggiorata negli ultimi 15 giorni, mangia a mala pena, beve poco, è magrissimo, lucido a tratti, non cammina autonomamente (e per spostarlo da letto/ al divano/ al bagno c’è bisogno di una persona che lo sollevi e lo aiuti); la nonna, spesso, non sa dove si trova, e questa cosa la rende triste ed irascibile e vedere suo marito spegnersi la angoscia. Grazie all’aiuto degli assistenti sociali di Leno (BS) (sono dei veri angeli) siamo riusciti a reperire un letto speciale e pannolini etc. Ma abbiamo bisogno che vengano visitati e vengano attivati l’invalidità/ accompagnamento (ma questo è il problema minore).
Alla mia personale richiesta rivolta al medico di base di venire a visitarli ho ottenuto quattro risposte: 1) Sono stati visitati un mese fa, 2) forse suo suocero ha il COVID, 3) faccia ricoverare suo suocero; 4) Si rivolga ad uno specialista;
Mi sono quindi focalizzata sul punto 4) ritenendo gli altri tre inaccettabili (il fatto che siano stati visitati da un geriatra e da un medico di base più di un mese fa non significa che la loro situazione rimanga per sempre immutata; se mio suocero avesse il covid non lo possiamo sapere dal momento che nessuno si è preoccupato di accertarlo; far ricoverare una persona di 87 anni, se non ci sono presupposti, mi sembrerebbe da scellerati nei confronti dell’ammalato e delle istituzioni;  ho contattato personalmente quattro geriatri, e tutti mi hanno risposto che stanno lavorando in reparti COVID e non possono venire a domicilio, uno di questi mi ha chiesto se potevo portare i nonni in ambulatorio (considerando l’impossibilità fisica di poterli trasportare, se non innescando sofferenza e rifiuto da parte degli stessi, la mia risposta è stata cortesemente negativa).
Quindi chiedo a Voi:  c’è la possibilità che possiate venire a visitarli, avete un geriatra disponibile a verificare e documentare la loro situazione?
Io e mio marito, ci siamo adoperati in ogni modo privatamente, ma di fronte ai meccanismi istituzionali ci siamo bloccati (ritengo che ogni famiglia ed ogni cittadino italiano abbiano diritto alle cure, a prescindere dalle loro personali possibilità economiche, a maggior ragione se, non avendo avvocati in famiglia che tutelino i propri diritti, non riescano ad ottenere quell’aiuto che fino a prova contraria è ancora costituzionalmente garantito)
Ringrazio e porgo cordiali saluti”.
L’USCA del territorio mi ha risposto, ho trovato persone cordiali, disponibili e comprensive, confermano le difficoltà sul territorio, carenza di personale, disorganizzazione, rimpasto di competenze con tagli tali da impedirne il corretto funzionamento… siamo arrivati a questo? Ebbene si, il COVID sta inghiottendo le poche e già provate risorse.
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