L’INFANZIA OGGI

Riprendo questa riflessione, dopo “l’apertura della chiusura”, dopo le “vacanze” all’aria aperta, dopo la “presunta” fine di un periodo difficile e dopo l’inizio della “nuova vita” dei nostri figli. Nello scorso mese di maggio scrivevo:

L’infanzia è fatta di esperienze, positive, negative, dirette e indirette. L’infanzia in questo preciso momento storico è stata congelata, da chi o da che cosa non importa. Stiamo vivendo in una bolla, i nostri figli sono sospesi in uno spazio ristretto ed in un tempo che è sensibilmente mutato. All’inizio è stata dura, la mia paura, l’incertezza, la “febbre” di mio marito, mi avevano paralizzata. Mio figlio, il suo sorriso, la sua voglia di ridere, di creare, di vivere mi hanno aiutata a reagire, mi sono fatta trascinare e ho capito che questa era una grande opportunità. Mio figlio mi ha costretta ad entrare nel suo mondo, sono bastate poche parole: “Mamma, perché non costruisci mai con me? Perché non provi a creare anche tu?”  In quel momento mi sono resa conto che tutte le “corse” fatte prima erano state “vuote”, perché io c’ero e non c’ero. La mattina di corsa a scuola, il pomeriggio di corsa a fare sport, corsi, adempimenti vari, tutto contando i minuti incastrando lui come un “brick lego” in un progetto del quale ne io ne lui avevamo il controllo. E così passavano i giorni, le settimane, i mesi. Certo, eravamo efficientissimi, funzionavamo bene, ma era un meccanismo disfunzionale, stavamo costruendo un progetto che non era il nostro. Subivamo, le scadenze, la restrizione di un spazio che era pieno di “cose da fare”, eravamo stanchi. Nel momento in cui tutto si è fermato, ho capito che non stavo dando tempo a mio figlio, cercavo affannosamente di fare tutto, ma in quel tutto le sue vere esigenze erano passate in secondo piano, non le vedevo nemmeno e lui non aveva il tempo di urlarmele in faccia.

Ecco qual’è stata l’opportunità: ascoltarlo, comprenderlo, VIVERLO ed AMARLO nel “qui ed ora”.

Settembre 2020, posso affermare con certezza che le paure sono ancora li, ferme sull’uscio, le domande sono tantissime, ma abbiamo ricominciato, le corse di un tempo sono riprese in maniera “moderata” e sicuramente più consapevole, cerchiamo di non farci trasportare dalla corrente della quotidianità ma facciamo in modo di dirigerci verso un obiettivo, mio figlio è maestro in questo, è un timone pazzesco, la stella polare, è una bussola… ma non solamente il mio, lo sono tutti i bambini, basta ascoltarli.

C’è voluto il COVID-19 per farmi capire che tutto ciò che stavo facendo, pensando di” farlo bene per lui”, invece non lo era? Se corri senza una meta, corri e basta, se corri con una meta corri per raggiungerla.

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